L’importanza di incontrarsi

La vita è fatta di incontri tra le persone.

Possono essere familiari, amici, partner o anche sconosciuti. 

Ci incontriamo continuamente con gli altri, 

Ciascuno  di questi incontri, anche se dura pochi istanti oppure ore, ci arricchisce e ci fa crescere.

Nell’incontro con l’altro, scopriamo quel <<diverso da me>>, quell’infinito sorprendente, che ci permette di capire chi siamo.” E chi potremmo diventare.

Perché un po’ come ha spiegato ai ragazzi e alle ragazze della 2A  Roberto Chiodo, professore di Storia e Filosofia de liceo Ugo Foscolo di Albano Laziale, tutti noi siamo qualcosa “in atto”, abbiamo uno stato attuale, e poi siamo “in potenza”, siamo  ciò che potremmo diventare.

Gianfilippo Di Girolamo, controllore del traffico aereo dell’aeroporto di Malpensa, che si è collegato da Milano per raccontare se stesso e la sua professione agli alunni e alle alunne delle classi prime, lo dimostra bene, confidando a loro di essere stato uno studente “ difficile”, ma poi  ha trovato,crescendo, la sua passione, e oggi è anche un istruttore delle giovani leve.

Probabilmente Filippo ha fatto come ha consigliato, in occasione della Settimana della Scienza,  ai nostri alunni e  alunne la giornalista e scrittrice Vichi De Marchi: provate, muovetevi, conoscete cose nuove anche se non vi sembrano fatte per voi, perché in tal modo, senza avere paura di cambiare percorso, troverete la vostra strada.

L’ha fatto, per esempio, Marina Mascari, infermiera specializzata di Pronto Soccorso di Palermo. Alle scuole medie, innamorata del mestiere di papà pensava di fare l’architetto. Dopo il diploma avrebbe voluto fare Veterinaria, ma non ha passato i test di ammissione. Ha provato con titubanza quelli di Scienze infermieristiche. Oggi, ha detto alle nostre classi, pensa che questo mestiere l’abbia scelta, e lei non potrebbe esserne più felice e orgogliosa: salvare e aiutare una vita collaborando con un gruppo unito, che mira a un comune obiettivo,  è una emozione che esprime con le sue parole e con il suo sguardo appassionato. 

Condividere le proprie emozioni con l’altro, lo ha spiegato bene la psicologa cognitivo- comportamentale Rosella Nardò alla 1A, aiuta noi e gli altri a comprenderle, a enfatizzare quelle positive ( condividere la felicità, ci rende più felici) e a esorcizzare quelle negative ( condividere la tristezza, ci rende meno tristi). Non trattenete le emozioni, ha detto, imparate a condividerle nel rispetto di voi stessi e degli altri.

Il bullo questo non lo sa fare, lo hanno letto e imparato i ragazzi e le ragazze della secondaria nelle pagine di Io, bullo di Giusi Parisi. Dalle parole di questa docente e scrittrice, che si è collegata da Palermo per conoscerli e rispondere con un sorriso caloroso e accogliente alle innumerevoli domande dei nostri splendidi alunni e alunne, sono emerse altrettante profonde e significative riflessioni: il bullismo non è  connesso allo stato sociale, economico o culturale; non si possono aiutare le vittime senza aiutare anche il bullo; noi adulti abbiamo costruito questa società in cui vivono i nostri ragazzi e le nostre ragazze e, se non vogliamo usare la parola “colpa”, dobbiamo quantomeno accettare la parola “ responsabilità”. Che se vogliamo che loro parlino con noi (io lo voglio) dobbiamo fare il primo passo verso di loro e trovare il linguaggio che permetta di comunicare, che permetta di incontrarsi.

1 commento su “L’importanza di incontrarsi”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto